Perché la palestra è una droga

Il mondo si divide in due tipi di persone: quelli che non riescono ad andare in palestra e quelli che non riescono a NON andare in palestra.

I primi si iscrivono tipicamente agli inizi di gennaio, sospinti dai buoni propositi che hanno la solidità più o meno di un budino, poi spariscono per mesi interi fino a riaffacciarsi a luglio inoltrato, per correre ai ripari di fronte all’imminente prova costume.

I secondi, invece, sono sempre lì, in qualunque giorno, in qualunque orario tu vada. Frequentano tutti i corsi possibili e immaginabili, si allenano così duramente che Rocky Balboa sembra un pivellino in tuta da jogging. E l’unico motivo per cui si schiodano dai bilancieri e dagli attrezzi è perché la palestra sta per chiudere.

Insomma, l’attività fisica, oltre a una certa soglia, può diventare una droga a tutti gli effetti. A volte fa bene, a volte un po’ meno, ma cerchiamo di fare un po’ di luce sulla faccenda. 🧐

 

Allenarsi fa stare bene, e di brutto

Chi è disposto a fare un po’ di fatica, alla fine, sarà ben ricompensato. Il corpo, infatti, sottoposto allo stress dell’esercizio, rilascia endorfine portando un bel po’ di euforia e riducendo i livelli di dolore e infiammazione. Sport e attività fisica sono dei potentissimi e golosissimi stupefacenti naturali. Dietro la passione, molte volte, si nasconde della semplice biochimica. Personalmente ho conosciuto individui, in apparenza allergici alla corsa, diventare ultramaratoneti nel giro di pochi anni. Che cosa può averli spinti ad arrivare a tanto? Chissà.

 

I progressi si perdono a vista d’occhio

I risultati raggiunti con il duro lavoro non rimangono per sempre. Secondo il noto principio dell’uso/non uso, gli adattamenti che si ottengono da una specifica disciplina (che sia forza, velocità, massa muscolare o altro), una volta cessato lo stimolo, vengono man mano “smantellati” dall’organismo per risparmiare energia e perché, naturalmente, non sono più necessari.

In altre parole, se continuo a sollevare un peso sempre più grande con i miei possenti bicipiti, il muscolo dovrà per forza crescere per far fronte a questa continua (e inspiegabile) richiesta. Se smetto di allenarmi, però, il bicipite prima o poi inizierà a sgonfiarsi come una ruota bucata. Chi fa enormi sacrifici in palestra, e sa quanto è difficile ottenere certi livelli di prestazione, è condannato ad allenarsi sempre.

Fermarsi al solo “mantenimento” non è poi così scontato, perché il corpo si adatta molto velocemente a qualunque tipo di stress. Questo significa che non posso limitarmi a eseguire sempre gli stessi esercizi nella speranza di mantenere la mia attuale condizione. Anche chi si accontenta o si ritiene “arrivato” dovrà comunque sbattersi parecchio e trovare continuamente nuove strategie per non perdere parte dei propri guadagni.

 

Anche l’occhio vuole la sua parte

Molti si iscrivono in palestra per piacersi, ci sta. C’è chi vuole snellire, c’è chi vuole scolpire, c’è chi vuole rassodare, c’è chi vuole apparire sulla copertina di Men’s Health. In ogni caso, vale lo stesso discorso. I risultati vanno conquistati con fatica e mantenuti con fatica.

Diciamo che le motivazioni puramente estetiche possono portarci su un crinale molto pericoloso. Soprattutto se prendiamo come riferimento certi modelli di fitness che, nella maggior parte dei casi, sono irraggiungibili. La genetica conta, inutile nascondercelo. È molto probabile, per esempio, che ad alcuni non verrà mai la tartaruga sull’addome, nemmeno se ci lavora sopra con lo scalpello, e, se mai arriverà, non avrà la consistenza marmorea paragonabile a quella di Lazar Angelov. Le donne ginoidi, quelle che tendono cioè ad accumulare grasso su cosce e glutei, potranno migliorare la propria forma fisica, certamente, ma resteranno pur sempre ginoidi, con la tipica conformazione “a pera”.

Se le endorfine sono una droga, i capricci dell’aspetto possono diventare una vera ossessione. Magari non saremo contenti al cento per cento di quello che vedremo allo specchio, ma non facciamo come la strega di Biancaneve, mi raccomando.

 

La salute, questa sconosciuta

L’attività fisica regolare ha numerosi benefici per la salute. Soltanto per citarne alcuni: migliora il nostro apparato cardiovascolare, rafforza il sistema immunitario e riduce il rischio di contrarre alcuni tipi di malattie.

A patto, però, che sia “regolare”. Andare in palestra ogni tanto, farsi una corsetta quando capita, sperando così di aver messo le mani sull’elisir di lunga vita, sarebbe troppo bello e soprattutto troppo comodo per essere vero. Chi inizia a muoversi e allenarsi in maniera costante, perché sente di poter stare meglio e vivere una vita più piena ed efficiente, difficilmente troverà qualche scusa per fermarsi.

Da giovani, quando siamo nuovi di zecca, in apparenza indistruttibili, simili discorsi lasciano il tempo che trovano. Ma col passare degli anni, quando magari arrivano i primi acciacchi, ecco che la prospettiva può cambiare radicalmente. Ecco che la palestra può diventare un’abitudine irrinunciabile, un vero e proprio stile di vita. Anche in questo caso, bisogna stare bene attenti agli eccessi. Il nostro stato di salute, infatti, non è certo proporzionale alla quantità di esercizio che svolgiamo. Sarebbe troppo facile, così. Bisogna sempre trovare il giusto equilibrio e ricordarsi che dobbiamo anche riposare.

 

Viva le sensazioni

Questa casistica è ancora più rara. E io, qui, ci cado dentro alla grande. Per molto tempo, in passato, mi sono allenato in un certo modo semplicemente perché mi piacevano da matti le sensazioni che provavo. Sentire il sangue che irrora i muscoli, per esempio, sentirne il tono e la compattezza anche dopo che hai finito di allenarti. Farsi inebriare dal senso di forza che ti si appiccica addosso mentre sollevi pesi importanti. Lo so, sembrano discorsi da sballato, e probabilmente lo sono. È difficile da spiegare, difficile da capire. Ma anche queste sono motivazioni abbastanza forti da spingerti a continuare su una certa strada, anche se non ci sono particolari vantaggi spendibili in altri sport o competizioni. Anche se non c’è un obiettivo chiaro e preciso all’orizzonte che sia diverso dal “sentire qualcosa”. Dottore, mi può curare?

 

 

Bene, ora abbiamo capito perché certe persone, compreso il sottoscritto, sono così “malate” di palestra e impazziscono alla sola idea di saltare un allenamento o due. Alcuni lo fanno per vedersi meglio, altri per stare meglio. In ogni caso, in qualunque caso, c’è un modo per capire se questa è un’abitudine sana, da incoraggiare, oppure sta diventando un pericoloso campanello d’allarme. Se iniziamo un allenamento senza il sorriso sulle labbra e finiamo un allenamento senza il sorriso sulle labbra, allora c’è qualcosa che non va. La nostra non è più una passione, ma sta assumendo la forma di un’ossessione che, alla lunga, finirà per consumarci.

Metti giù quel bilanciere, allora, e pensa bene a cosa stai facendo. E perché lo stai facendo. Pensa a bene a che cosa vuoi diventare, a che cosa stai rinunciando, e se ne vale davvero la pena. E poi, per piacere, ritorna a sorridere.


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By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

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