Viloma pranayama, come si pratica e perché

Il viloma pranayama è una delle tante tecniche di respirazione che si possono trovare nella “cassetta degli attrezzi” di un insegnante yoga. In questo articolo, vediamo che cos’è, a cosa serve e perché iniziare a farla.

Non farti spaventare dal nome un po’ strano, vedrai che è una pratica semplicissima.

😉

Che cosa significa Viloma Pranayama?

Viloma, in sanscrito, significa “contropelo”. No, non ha nulla a che fare con la rasatura delle nostre mascelle, ma possiamo ipotizzare che il termine si riferisca a un tipo di respirazione che va un po’ controcorrente rispetto al flusso naturale.

Pranayama, invece, significa controllo dell’energia vitale, il prana, per l’appunto, e fa riferimento a un insieme di tecniche ideate dagli antichi maestri dello yoga per poter modificare consapevolmente il proprio respiro e ottenere una serie di particolari benefici.

Non vorrei dilungarmi su questo punto, ma occorre sapere alcune cose importanti:

  • È riduttivo definire i pranayama come delle semplici tecniche respiratorie. Anche chi fa immersione subacquea lavora tanto sul proprio respiro, ma questo non fa di lui un guru. 😊
  • Un vero pranayama, per come è descritto dagli antichi testi, deve condurre al kumbhaka, cioè alla ritenzione del respiro. Trattenere il respiro consente agli yogi di far cessare le proprie attività mentali (non in modo permanente, eh?). Cosa che, per chi non lo sapesse, secondo lo “Yoga Sutra” di Patanjali, è il vero scopo della disciplina yogica.
  • Attraverso l’utilizzo dei kumbhaka, i pranayama possono diventare molto potenti e allo stesso tempo anche molto pericolosi. Per questo motivo è assolutamente vietato improvvisare o mettersi lì a respirare a casaccio: molto meglio invece farsi seguire da un maestro, mantenere una ferrea disciplina ed essere costanti nella pratica (fare i pranayama un po’ quando ci pare, infatti, potrebbe portare più squilibri che benefici).

Detto questo, il Viloma non può essere considerato un vero e proprio pranayama, quanto piuttosto un esercizio propedeutico per chi vuole iniziare a lavorare sul respiro e passare poi a tecniche più avanzate.

Che cos’è il Viloma Pranayama?

Si tratta di una respirazione frazionata. Ciò significa che, ogni volta che inspiro oppure espiro l’aria dai polmoni, devo eseguire delle piccolissime pause, della durata di al massimo 1 o 2 secondi, prima di concludere la fase respiratoria.

Questo è un esempio di Viloma Pranayama applicato all’espirazione:

  • Inspiro l’aria dalle narici fino a riempire i polmoni
  • Espiro l’aria dalle narici
  • Faccio una prima pausa di un secondo o due
  • Continuo a espirare dalle narici
  • Faccio una seconda pausa di un secondo o due
  • Continuo a espirare dalle narici
  • Faccio una terza pausa di un secondo o due
  • Continuo a espirare dalle narici fino a svuotare completamente i polmoni

Questo è un esempio di Viloma Pranayama applicato all’inspirazione:

  • Inspiro l’aria dalle narici
  • Faccio una prima pausa di un secondo o due
  • Continuo a inspirare dalle narici
  • Faccio una seconda pausa di un secondo o due
  • Continuo a inspirare dalle narici
  • Faccio una terza pausa di un secondo o due
  • Continuo a inspirare dalle narici fino a riempire completamente i polmoni
  • Espiro l’aria dalle narici

Il numero di pause dipende ovviamente dalla capacità respiratoria di ognuno di noi. Per chi ha il fiato “corto”, per esempio, le pause saranno di meno rispetto a quelle di un tenore. L’importante è rendere queste pause omogenee e regolari durante tutta la pratica, e non andare mai in debito di ossigeno.

Una volta presa un po’ di dimestichezza, si può applicare il frazionamento al ciclo respiratorio completo, facendo quindi le pause sia quando prendo aria, sia quando la faccio uscire. Queste interruzioni volontarie del respiro si potrebbero paragonare a dei “piccoli” kumbhaka: per questo motivo devono essere brevissime onde evitare che la pressione del sangue verso la testa aumenti in modo eccessivo. È anche molto importante, mentre si respira, prendere consapevolezza di tutti quei muscoli che partecipano alla respirazione e individuare eventuali blocchi o tensioni.

Queste pause possono anche diventare un’occasione per rilassare i muscoli respiratori che hanno lavorato per portare l’aria dentro o fuori dal nostro organismo.

Perché praticarlo?

  • Come abbiamo visto, è una tecnica utile per prepararci ai pranayama veri e propri, in quanto ci fa prendere consapevolezza del nostro respiro e soprattutto delle nostre reazioni mentre tratteniamo il respiro o comunque cerchiamo di controllarlo intenzionalmente.
  • Permette di rilassare i muscoli coinvolti nella respirazione e quindi migliorare le nostre capacità respiratorie.
  • L’espirazione frazionata ha un effetto calmante sul sistema nervoso.
  • L’inspirazione frazionata ha un effetto tonificante sul sistema nervoso, cioè rende più lucidi ed energici.
  • Se effettuata nel modo completo, questa tecnica aiuta ad assorbire il prana in modo più efficace e quindi ha un effetto energizzante sul tutto l’organismo. In altre parole, avremo calma ed energia allo stesso tempo. Fico, no?

Come ogni pratica yoga, anche il Viloma Pranayama deve essere piacevole e non creare né disagio, malessere di alcun tipo. Se mai dovesse capitare, non proseguire e non forzare mai e poi mai, mi raccomando.

Buona respirazione. 😉


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By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

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