Sempre più spesso, lo yoga viene percepito come una moda. Lo yoga, qui in Occidente, non è affatto lo stesso che veniva insegnato in India dai grandi maestri spirituali. Lo yoga, ormai, ha perso il suo significato più autentico.
Ti riconosci in queste affermazioni, vero? Quante volte le hai sentite ripetere?
E come biasimare quei neofiti che si avvicinano per la prima volta, magari dopo essersi iscritti a una delle tante “lezioni di prova” in circolazione, e si fanno venire giustamente il dubbio: sto praticando il vero yoga, oppure è qualcos’altro che non c’entra più nulla? Ogni insegnante che incontrerai non potrà che rassicurarti: io insegno lo yoga autentico. Mica quello che è stato “occidentalizzato”, trasformato impunemente in una forma estetica e un po’ alternativa di ginnastica e niente più.
Ma allora, come capire che cosa abbiamo davanti? Come capire se ci viene proposto davvero lo yoga “originario”, così come viene insegnato fin dalla notte dei tempi, e non una sua versione in qualche modo contaminata, o addirittura completamente distorta?
Patanjali, aiutami tu
A questo punto del discorso, come fanno in molti, dovrei tirare in ballo Patanjali, il celebre autore degli Yoga Sutra, uno dei testi più antichi sullo yoga di cui abbiamo conoscenza. Qui, Patanjali, del quale tra l’altro conosciamo poco, anzi pochissimo, suddivide lo yoga in otto rami, conosciuti con il termine di “anga”, da cui deriva il termine Ashtanga. Dalla lettura dello Yoga Sutra, perciò, dovremmo concludere che il vero yoga è l’Ashtanga (da non confondere assolutamente con l’Ashtanga Vinyasa fondato da Pattabhi Jois), quello cioè che abbraccia tutti gli otto rami: Yama, Nyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana e Samadhi.
Di questi, per la verità, soltanto uno è dedicato alle asana, cioè alle posizioni yoga, le quali rappresentano senza dubbio la parte più visibile, celebre e “instagrammabile” di questa disciplina. Inoltre, il buon Patanjali vi dedica così poche parole al riguardo da lasciarci un po’ interdetti: non vorrà mica insinuare che le posizioni di cui andiamo tanto fieri siano (forse) la parte meno importante di tutta la faccenda? Molto più spazio, infatti, viene riservato agli altri anga: l’etica, il comportamento, il pranayama e tutti i vari stadi che preparano alla meditazione e all’unione cosmica, il cosiddetto Samadhi.

Ma se nemmeno uno dei testi fondamentali dello yoga è in grado di dirci granché su quali posizioni dovremmo eseguire sul tappetino, come facciamo a sapere se l’Hatha Yoga è meglio del Vinyasa? O se il Power Yoga è davvero un’oltraggiosa deriva verso il mondo del fitness? E Anukalana? Lo possiamo considerare davvero yoga anche se è stato ideato in tempi moderni?
Il vero yoga, mi sa, è quello che funziona
Il discorso, qui, potrebbe diventare molto ma molto più complesso. Anche perché l’Ashtanga Yoga non è l’unica via che ci è stata tramandata dagli antichi maestri e gli Yoga Sutra non sono l’unico testo a nostra disposizione. Ma per il momento, direi, accontentiamoci. Diamo per assodato che il vero yoga sia quello cosiddetto integrale, quello cioè che esplora e approfondisce l’evoluzione umana in tutti i suoi vari ambiti, dalla meditazione al respiro, dalla salute del corpo fino alla condotta etica. Ora bisognerebbe capire che cosa rimane davvero dello yoga originale, qui in Occidente, e se si può ancora definire “yoga”.
D’altronde, yoga è soltanto una parola. Che voglia dire “unione” oppure “unificazione”, lo abbiamo capito un po’ tutti, e allora perché non usarla in tutti i modi possibili e immaginabili, ovunque ci sia qualcosa da unire e da unificare? Dallo yoga finanziario allo yoga della risata, dallo yoga sulla sedia fino ad arrivare all’ormai irrinunciabile e pelosissimo pet yoga.
Che la cosa sia sfuggita un po’ di mano, è evidente. Ma siamo sicuri che una disciplina pensata per favorire e supportare l’evoluzione umana non debba essere chiamata, essa stessa, a evolvere? Possibile che sia stato detto proprio tutto, e che sia stata già trovata la formula perfetta, e perciò immutabile, per la salvezza umana, senza lasciare alcuno spazio a nuove possibilità e interpretazioni alternative?
Il vero yoga è quello che funziona. Quello che fa ciò che dice, quello che realizza ciò che promette.
Dal mio umile punto di vista, potrei cercare di dare una risposta affermando che il vero yoga è, né più, né meno, quello che funziona. I maestri dello yoga ci hanno fornito una serie di strumenti super-efficaci, ultra-integrati, in grado di accompagnarci lungo il nostro cammino spirituale, verso quella che potremmo chiamare “illuminazione”. Ma non sono certamente l’unico modo.
Per quanto mi riguarda, lo yoga è un mezzo, una disciplina da studiare e rispettare con la massima umiltà, ma non per forza da venerare. Nella vita ho conosciuto persone di gran lunga ispirate e illuminate ma che non hanno mai letto una riga di Patanjali o non sanno nemmeno cosa sia la posizione del loto. Non basta mettersi un mala al collo o abbigliarsi in modo alternativo per potersi ritenere degli autentici yogi e delle autentiche yogini. Per quanto mi riguarda, lo ripeto, il vero yoga è quello che funziona. Anche se lungo il percorso dovrò affrontare numerose difficoltà, anche se le sofferenze e le cadute sono inevitabili, il vero yoga è quello che mi fa stare meglio, che mi fa andare avanti nella vita con maggiore fiducia e con maggiore consapevolezza, giorno dopo giorno.

Anche se viene richiesta disciplina, nonché una certa attitudine alla rinuncia, a mio avviso il vero yoga non può essere una dogmatica applicazione di regole, principi, pratiche e stili di vita. Il vero yoga non è una seconda pelle che mi cucio addosso, già bella pronta per l’uso, solo per proteggermi dai pericoli e dalle sofferenze del mondo. Il vero yoga è quello che mi porta risultati. Quello che fa ciò che dice, quello che realizza ciò che promette.
Se non succede niente, non sto facendo vero yoga. Se dentro di me non si muove qualcosa, se non sento un minimo livello di disagio o di “prurito”, se nel profondo non viene piantato nemmeno un minuscolo seme di cambiamento ed evoluzione, forse sono ancora fermo alla superficie. Allora sì, forse, lo yoga è soltanto uno svago, una moda, una piacevole parentesi di rilassamento in una vita che procede in tutt’altra direzione.
Se stai cercando il vero yoga, dunque, e lo stai cercando davvero, non hai bisogno di capire o arrovellarti più di tanto. Perché, fidati, sarà il vero yoga a trovare te.