Dieci lezioni di fitness che ho imparato sulla mia pelle

Ai tempi del mio primo ingresso in palestra, non esisteva ancora YouTube e, che io ricordi, Internet stava emettendo i suoi primi vagiti. In parole povere, non si vedevano ancora all’orizzonte “influencer” o “celebrities” del fitness in grado di illuminarmi la via e darmi le dritte giuste al momento giusto. La mia conoscenza si limitava infatti alle indicazioni, perlopiù scarne, dell’istruttore di sala e alle numerose leggende che si tramandavano di palestrato in palestrato.

Per farla breve, i miei primi anni in palestra furono un po’ sottotono, diciamo così.

Col tempo, per fortuna, le cose sono cambiate, e così ora posso mettermi qui a scribacchiare questo articolo, condividendo i miei dieci errori più clamorosi a beneficio di chi verrà dopo di me. 😉

 

Errore numero 1: per stare bene bisogna fare sport

Uhm, non è vero che, per stare in forma e in salute, bisogna praticare per forza una qualche attività sportiva, e la mia caviglia seviziata da slogature e distorsioni plurime (tra parentesi, giocavo a basket al “campetto”) è qui a dimostrarlo. Lo sport è competizione e lo si pratica innanzitutto per passione e per divertimento. Il fitness, invece, è tutta un’altra cosa e non c’è bisogno di un avversario da battere o di una coppa da sollevare al cielo.

 

Errore numero 2: la genetica non conta

Va molto di moda dire che la genetica, per quanto riguarda l’attività fisica, può essere superata tranquillamente attraverso l’impegno e il duro allenamento. Ma è proprio così? Se è il nostro patrimonio genetico a stabilire se saremo biondi, alti e con gli occhi azzurri (cosa che, con il sottoscritto, non è avvenuta), perché non dovrebbe stabilire anche il numero e le potenzialità delle nostre fibre muscolari, per esempio?

Nei nostri geni, infatti, è già scritto se saremo più portati per le ultramaratone o per il lancio del martello, se saremo in grado di gonfiarci come un Big Jim oppure di correre a perdifiato come gazzelle. Non è certo una scusa per accasciarsi perennemente sul divano, ovvio, però non possiamo fare altro che lavorare su quello che madre natura ci ha dato, così come uno scultore farebbe con il pezzo di marmo che ha tra le mani.

La volontà, la disciplina e il duro lavoro sono certamente fondamentali per raggiungere ottimi risultati, però vedo troppi ragazzi in palestra che si sbattono come matti nel tentativo di diventare grossi e scolpiti come i bodybuilder più rinomati, quando non sanno, o fingono di non sapere, che questi sono baciati dalla genetica oppure, molto più probabilmente, imbottiti di steroidi anabolizzanti fino alle sopracciglia.

 

Errore numero 3: l’attività fisica compensa gli eccessi alimentari

Per molti anni ho pensato di potermela cavare mangiando quello che volevo, purché mi allenassi con regolarità. Inutile rinunciare ai dolciumi e ai panini di McDonald’s, se tanto avrei “bruciato” tutto correndo, palleggiando o sollevando qualche peso. Chissà perché, ero convinto che il cattivo cibo e gli eccessi alimentari venissero più che compensati.

In realtà, non è affatto così.

Se è vero che, da fuori, tutto sembra a posto, all’interno gli organi iniziano a funzionare male e i tessuti a infiammarsi giorno dopo giorno. Prima o poi, se non metti a posto la tua alimentazione, il corpo deciderà di chiedere il conto, che potrebbe essere anche molto salato. Nel mio caso, è successo più o meno tra i 33 e i 35 anni.

Insomma, mangiare bene e in modo sano è importante anche per i maniaci del fitness più invasati. Prima lo si fa, meglio è.

Errore numero 4: il cardio fa dimagrire

Bruciare calorie non equivale necessariamente a perdere grasso corporeo. La stragrande maggioranza delle persone pensa di dimagrire a vista d’occhio zampettando per ore intere su un tapis roulant, ma non sanno che, per intaccare davvero le riserve di grasso più tenaci, bisognerebbe fare di più, molto di più.

Invece, la cosa più importante è mantenere un bilancio energetico sotto controllo: quello che consumiamo in termini di calorie deve essere superiore a ciò che introduciamo con l’alimentazione. Spesso e volentieri, il fabbisogno di calorie viene sovrastimato e in questo modo, anche se siamo attivi e volenterosi, finiamo per mangiare più del necessario. Insomma, anche se l’attività fisica è un valido supporto per buttare giù qualche chilo di troppo, senza un’alimentazione controllata non andremo molto lontani.

 

Errore numero 5: bisogna specializzarsi in qualcosa

Chi si allena duramente sa bene che, prima o poi, si raggiunge una situazione di stallo. Gli allenamenti fatti finora, cioè, smettono di funzionare e non si vedono miglioramenti all’orizzonte. In questo caso, bisognerebbe scegliere una direzione ben precisa e investire lì tutti gli sforzi. Giustamente, non potrai mai essere un maratoneta eccellente e, allo stesso tempo, sfoggiare il fisico di un culturista.

Devi decidere, prima o poi, su quale caratteristica puntare: la forza, i muscoli, la velocità, la resistenza, oppure la flessibilità?

Con questo ragionamento, prendendo esempio dai “bodybuilder” che vedo allenarsi sui social, anche io come molti altri mi sono allenato per lungo tempo (in certi periodi, anche tutti i giorni) esclusivamente con i pesi, perché il mio pallino era quello di diventare più grosso e muscoloso, e basta.

Trascurai così le attività aerobiche, che vedevo soltanto come una perdita di tempo o, addirittura, un ostacolo. Se, da una parte, stavo ottenendo dei buoni risultati, dall’altra stavo sacrificando qualcosa di molto più importante, la mia salute. Sollevare pesi dalla mattina alla sera, e basta, non fa bene, punto. Chi si dedica full-time al bodybuilding ha gli stessi rischi cardiovascolari di un sedentario, perché anche il cuore, prima ancora dei muscoli, ha bisogno di essere allenato.

Vedendola da un’altra prospettiva, nel corso della tua esistenza non ti servirà a nulla sollevare un bilanciere da duecento chili e non saranno quei due chili di massa muscolare in più a incrementare le tue possibilità di accoppiamento (credo).

Specializzarsi, per farla breve, non è necessario né fondamentale per rimanere in forma e vivere a lungo. Fidati.

 

Errore numero 6: è sufficiente allenarsi con il cardio

Se è vero che non si può vivere di sola ghisa, ciò non significa che dobbiamo allenarci esclusivamente con le classiche attività aerobiche. Se correre o pedalare aiutano a migliorare il nostro sistema cardiovascolare e ne prevengono le malattie, il lavoro muscolare con i pesi è altrettanto importante per una serie di ragioni.

Migliora innanzitutto l’assetto metabolico, nel senso che rende più facile per l’organismo dirottare le calorie in eccesso verso i muscoli rispetto alle cellule adipose, e di conseguenza la composizione corporea (tradotto: avremo più massa magra e meno massa grassa). Stimola e rinforza le ossa, prevenendo l’osteoporosi, e rallenta la perdita progressiva di forza e massa muscolare, un fenomeno che fa sentire i suoi effetti devastanti soprattutto quando si va un po’ troppo in là con gli anni.

Ben venga il cardio, naturalmente, purché sia accompagnato da qualche seduta in sala pesi, anche (e soprattutto) per le donne.

Errore numero 7: i pesi fanno male alla schiena e alle articolazioni

Un altro mito che ha sempre accompagnato la mia esistenza riguarda il presunto legame tra il sollevamento pesi e i problemi osteoarticolari. A quanto pare, se mi metto a sollevare pesi, col tempo mi distruggerei le articolazioni mettendo anche a repentaglio la mia fragilissima colonna vertebrale. Di solito, infatti, non appena arrivano i primi dolorini alla schiena, la prima cosa che viene vietata dai medici è proprio la palestra.

Ora, non vorrei essere frainteso: ci sono dei casi in cui determinate patologie e determinate lesioni alla colonna vertebrale richiedono riposo, attenzione e trattamenti adeguati. Però, generalmente parlando, il nostro corpo è fatto per sollevare pesi: le articolazioni e le vertebre, se opportunamente allenate e rinforzate, sono in grado benissimo di sopportare carichi anche elevati, purché, ovviamente, non si esageri.

Se si interrompe del tutto l’allenamento coi pesi, come ho fatto io per qualche tempo, si rischia di entrare in un circolo vizioso, dove il corpo e soprattutto la schiena diventeranno sempre più deboli e disfunzionali.

 

Errore numero 8: gli addominali buttano giù la “panza”

Devi sapere che, nell’era “analogica”, era diffusissima la convinzione che gli addominali si potessero snellire e scolpire facendo, per l’appunto, “gli addominali”. Nel mio caso, non riuscivo in alcun modo a buttare giù quel piccolo accumulo di pancetta nella parte bassa dell’addome e così, alla fine di ogni seduta, mi mettevo lì a massacrarlo con tutto l’arsenale di crunch di cui disponevo. Risultati? Davvero modesti, e anche se qualcuno, una volta, mi suggerì di limitare o magari togliere del tutto dalla dieta patatine fritte e dolciumi, non ne volli mai sapere.

Però, è questa la dura verità: il dimagrimento localizzato, dove vuoi tu, non esiste (e se anche esistesse, non avrebbe comunque effetti molto rilevanti a livello estetico). Per spianare quel maledetto strato adiposo, non c’è altra via: bisogna intervenire sull’alimentazione.

 

Errore numero 9: le macchine isotoniche sono migliori dei pesi liberi

Le macchine isotoniche sono comode, a volte fin troppo. Basta sedersi sul macchinario, leggere le istruzioni sulla targhetta e seguire il movimento che il macchinario stesso ti consente di eseguire. Non puoi sbagliare, non puoi farti male. Ma allora perché, mi chiedevo spesso, quelli che si allenavano con i pesi liberi, quelli che sapevano fare lo squat e le trazioni alla sbarra, sembravano di gran lunga più grossi, muscolosi e atletici? La risposta è semplice: i macchinari ti permettono di caricare anche tanto peso, sì, ma con movimenti vincolati e poco complessi.

I cosiddetti esercizi fondamentali, quelli che richiedono più impegno, più maestria e più attenzione, e sono spesso difficili e frustanti da imparare, sono anche quelli che, a lungo andare, daranno più soddisfazioni in termini di forza, atletismo e crescita muscolare.

 

Errore numero 10: la mobilità, questa sconosciuta

Per anni ho pensato che la mobilità fosse una prerogativa di ballerine, contorsionisti e insegnanti yoga. Ho pensato che un minimo sindacale di stretching, alla fine di ogni allenamento, fosse di per sé sufficiente per recuperare dalla fatica e scongiurare eventuali infortuni.

Oggi, devo dire, mi sono ricreduto.

Dedicare del tempo esclusivamente per migliorare la flessibilità e allungare le catene muscolari, per esempio facendo yoga sul tappetino, può offrire numerosi benefici anche per chi si allena in palestra o intende prepararsi per qualche disciplina sportiva. Non solo. Dedicare un po’ di cure alle nostre bistrattate articolazioni le aiuta a rimanere giovani, efficienti e in salute, permettendoci anche di invecchiare meglio e vivere le giornate con maggiore leggerezza e serenità.

Per quanto mi riguarda, praticare yoga è diventato col tempo il modo migliore e più efficace per ottenere dei vantaggi su più livelli (fisico, mentale e anche spirituale).

 

Forse, l’errore più grave di tutti è stato quello di non averci pensato prima. 😊


Foto dell'autore

By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

SCOPRI CONTATTA

Lascia un commento