Anahata chakra, la porta del cuore

Il quarto chakra, conosciuto anche come chakra del cuore, è di fondamentale importanza per la nostra capacità di provare emozioni elevate, quali possono essere il perdono, la gratitudine, la generosità, la comprensione, l’empatia, l’amore e l’affetto verso sé stessi e gli altri. I chakra, come abbiamo già visto su questi schermi, sono centri energetici che, secondo l’antica filosofia orientale del tantra, raccolgono, trasformano e distribuiscono l’energia vitale all’interno dell’organismo.

In particolare, Anahata chakra (che in sanscrito significa “suono non percosso”) si trova vicino al cuore, proprio al centro del petto. A livello fisico, è connesso alla ghiandola del timo, governa il sistema immunitario ed è responsabile della salute di cuore e polmoni. A livello energetico, invece, svolge un ruolo cruciale per poter trascendere il corpo fisico e aprirsi così verso l’esperienza spirituale. In altre parole, potremmo paragonare il quarto chakra a un portale di accesso alla nostra essenza divina, attraverso cui possiamo esprimere autentica gioia e autentico amore nei confronti della vita.

Il suo colore di riferimento è il verde, si associa all’elemento aria e, a livello visivo, è rappresentato da un cerchio circondato da dodici petali e, all’interno, una stella a sei punte.

 

Perché è così importante Anahata chakra?

Se il quarto chakra non è in salute, l’amore non può fluire nella nostra vita e non potremmo mai avere un atteggiamento positivo, gentile e amorevole nei confronti di tutte quelle persone (o anche animali) a noi vicine. Senza il quarto chakra, l’egoismo trionferebbe all’interno della nostra personalità, impedendoci così di aiutare il prossimo, costruire relazioni sane e genuine e, più in generale, dare e ricevere amore.

A livello fisiologico, un quarto chakra che sta bene ha enormi benefici sull’apparato cardiocircolatorio: le arterie sono più aperte, il ritmo cardiaco diventa più regolare e la circolazione più libera e fluida. Di conseguenza, avremo meno probabilità di soffrire di qualche malattia cardiovascolare.

A livello più profondo, Anahata chakra aiuta a rimuovere certe barriere ed entrare subito in sintonia con gli altri: in altre parole, saremo più inclini a comprendere e perdonare, piuttosto che ad aggredire o giudicare. Questo atteggiamento più compassionevole ed empatico sarà naturalmente rivolto anche verso sé stessi, aiutando quindi a liberarsi di certi schemi negativi che portano alla solitudine e all’apatia, nonché a guarire molte ferite a livello emotivo.

Non solo. Il chakra del cuore è un come un portale “di passaggio” che collega i chakra inferiori a quelli superiori. Ciò significa che, se attiviamo il quarto chakra, saremo più predisposti a vivere esperienze profonde e spirituali, e permetteremo all’amore divino (o cosmico) di fluire dentro di noi portando calma e pace interiore. I sintomi di un Anahata chakra al pieno delle sue potenzialità sono evidenti: respiro calmo e regolare, atteggiamento rilassato, voglia di sorridere, ridere e scherzare, vibrazioni positive, rassicuranti e soprattutto “contagiose” verso chi ci sta attorno.

 

Quali sono gli effetti di un “cuore aperto”

Quando Anahata chakra è aperto e in salute, ci sentiamo più ottimisti, gentili e compassionevoli: tenderemo cioè a guardare il lato più positivo di situazioni e persone, nonché a perdonare e lasciare andare più facilmente quando le cose non vanno come vorremmo. Ci sentiamo più aperti e generosi, disposti ad aiutare in modo disinteressato, senza aspettarci nulla in cambio. La nostra presenza, proprio come un bel “caminetto” nelle giornate di inverno, diventa rassicurante e in grado di offrire calore e conforto a chi ci sta attorno.

L’ottimismo che ne deriva ci porterà ad affrontare a testa alta le difficoltà della vita, aiutandoci a esplorare nuove soluzioni piuttosto che a concentrarci sempre e soltanto sui “problemi”. Un cuore aperto è infatti dotato di una forza molto potente, capace di attirare positività e influenzare gli altri. Per queste ragioni un cuore aperto è un dono prezioso e, lasciatemi dire, sempre più raro da trovare.

 

Cosa succede se il quarto chakra è debole?

Se Anahata chakra è debole e poco stimolato, le persone tendono a chiudersi in sé stesse e a respingere relazioni troppo intime con gli altri. In altre parole, come abbiamo visto prima, non diamo possibilità all’amore di fluire dentro di noi e nella nostra vita, con conseguenze piuttosto spiacevoli: ci sentiamo isolati, minacciati, respinti, sempre sulla difensiva, incapaci di provare ed esprimere affetto verso chiunque, anche e soprattutto verso le persone a noi più vicine. Inclini all’isolamento, al sospetto e allo scetticismo, non saremo più in grado di perdonare noi stessi e gli altri, nonché di lasciare andare le situazioni. Ogni cosa diventa un’occasione per criticare, aggredire e giudicare, come se il mondo intero cospirasse contro di noi.

In altre parole, un cuore debole è un cuore spaventato e, soprattutto, un cuore ferito. E quando c’è paura e c’è dolore, sappiamo che anche la più pacifica delle creature può diventare violenta e pericolosa, fino a compiere azioni di cui, in circostanze diverse, non andrebbe affatto fiera. Tradimenti, manipolazioni, sabotaggi, cattiverie gratuite: tutti comportamenti che nascono dai traumi e dalle sofferenze subite in passato, magari risalenti all’infanzia, magari scolpite violentemente nell’inconscio. Qualunque siano i motivi che stanno all’origine, un quarto chakra in difetto non potrà che portare con sé freddezza, apatia e solitudine, anche se molte persone potrebbero essere tentate di nasconderlo.

Attenzione, comunque, anche all’eccesso nell’altro senso: se Anahata chakra non è ben nutrito dall’interno, se non è correttamente “radicato”, si corre il rischio che tutto questo amore si riversi in modo incontrollato verso gli altri. Così facendo, ci sentiremmo come una tartaruga priva del suo guscio protettivo: assorbiamo tutti i problemi delle persone che incontriamo, ci facciamo carico di tutte le sofferenze del mondo, come se fossero nostre, e allo stesso tempo priviamo noi stessi proprio di quell’amore che ci fa sentire così in pena per gli altri.

In questa situazione, le nostre energie fisiche e mentali verrebbero prosciugate in modo drastico, rendendoci nervosi, agitati, irritabili e soprattutto impotenti di fronte alle circostanze.

 

Come potenziare il quarto chakra?

La parola d’ordine è perdono. Se le ferite e i traumi drenano l’energia dal quarto chakra, l’antidoto non può che essere quello di perdonare in modo sincero sé stessi e gli altri. Non importa ottenere effettivamente il perdono dalle persone con cui abbiamo avuto dei conflitti più o meno grandi. Basta che il perdono nasca “da dentro”. Il perdono, se veramente sentito, ci libera dal fardello del dolore, regola i conti con il passato e permette all’amore divino di fluire e manifestarsi. Il perdono, per quanto sia difficile e poco incoraggiato, è l’unica strada verso la guarigione e verso la libertà. Tutto ciò richiede naturalmente la piena consapevolezza (e accettazione) di essere parte di un universo più grande di noi, fondato sulla pace e sull’amore, dove siamo profondamente connessi a tutte le creature viventi e non solo.

Un altro metodo efficace per stimolare il quarto chakra è quello che potremmo definire come “essere di aiuto”. Ovvero domandarci cosa possiamo fare per venire incontro al prossimo e alleviare, per quanto ci è possibile, le sofferenze del mondo. Questo non significa arruolarsi nei Corpi di Pace.

Molto più semplicemente, significa mettersi in ascolto e compiere piccoli gesti quotidiani di gentilezza e altruismo, senza che ci vengano chiesti e senza aspettarsi qualche ricompensa. Insomma, sarebbe sufficiente allentare un po’ il nostro ego, con regolarità, a piccole dosi quotidiane, per trarne sicuramente un grande beneficio.

 

Concludendo

Il chakra del cuore è un ponte tra i tre chakra inferiori (Muladhara, Svadhisthana e Manipura) e i tre superiori (Vishuddha, Ajna e Sahasrara), e sta alla base di qualunque esperienza spirituale. È il centro della compassione, della generosità, dell’affetto, dell’amore e del perdono.

Ci consente di sgusciare via dal nostro egoismo per accogliere l’amore divino presente attorno a noi. Se non lavoriamo attentamente su questo chakra, il rischio è quello di diventare persone ciniche, possessive, insicure, gelose e, in definitiva, incapaci di amare.

Nei casi più estremi, questo può determinare isolamento, depressione, narcisismo, se non addirittura un senso atroce di paranoia e vittimismo. Per porvi rimedio e non lasciarsi trascinare da questo circolo vizioso, occorre allenarsi ogni giorno al perdono e alla generosità. La scelta è nelle tue mani, anzi, nel tuo cuore.


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By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

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