Muladhara chakra, la nostra radice interiore

Il primo chakra è primo non per caso. È da qui infatti che traggono origine la nostra forza e il nostro benessere. I chakra, come abbiamo già visto su questi schermi, sono centri energetici che, secondo l’antica filosofia orientale del tantra, raccolgono, trasformano e distribuiscono l’energia vitale all’interno dell’organismo.

Il muladhara chakra si trova, per la precisione, in corrispondenza del perineo, cioè in quel punto compreso tra l’ano e i genitali, e si occupa in particolar modo di portare l’energia verso le anche, le gambe e i piedi, cioè verso la parte inferiore del corpo. Questo chakra si attiva alla nascita, non appena viene reciso il cordone ombelicale, rappresenta l’elemento terra ed è fondamentale per poter trovare una base solida nel mondo.

Infatti, la parola sanscrita muladhara significa proprio “radice”. Se è in salute, questo centro energetico ci può guidare nella soddisfazione di quei bisogni primari che possono garantirci sopravvivenza, crescita e sicurezza, come il cibo, l’acqua o un tetto con cui ripararsi. Inoltre, saremo più concreti nel portare a termine i nostri progetti.

A livello visivo, è rappresentato da un cerchio circondato da quattro petali di loto e con un quadrato al suo interno, mentre il colore che lo contraddistingue è un rosso rubino. A livello fisico, invece, è collegato alle ghiandole surrenali.

Come capire se il primo chakra funziona bene

Come se fosse una pianta o un albero ben radicato nella terra, il muladhara chakra ci aiuta ad affrontare e superare le difficoltà della vita e ci dona quel senso di sicurezza necessario per poter soddisfare ogni nostro bisogno. Senza queste fondamenta d’acciaio, vivremmo costantemente nell’ansia e nella paura. Se il primo chakra sta bene, saremo invece più calmi, sicuri e fiduciosi, e riusciremo a vedere la vita come un’opportunità più che una fonte di pericolo e sofferenza. Le persone attorno a noi saranno a loro agio e si sentiranno rassicurate dalla nostra presenza.

Se il primo chakra è troppo debole, vivremo in uno stato d’allerta costante, come in attesa di una catastrofe imminente, e ci potremmo sentire inadeguati e non meritevoli di una vita serena e appagante. Se troppo stimolato, però, l’attenzione verso i propri bisogni fondamentali potrebbe diventare eccessiva e vedremo solo minacce e agguati in ogni situazione. Ne deriva quindi un atteggiamento troppo avido, egoista, aggressivo e manipolatorio, dove i nostri bisogni avranno la priorità assoluta rispetto a quelli degli altri e non ci faremo nessuno scrupolo nel volerli soddisfare.

Perché il primo chakra è debole?

In genere, i motivi vanno rintracciati in quegli episodi potenzialmente destabilizzanti, come può essere il cambiamento o la perdita di un lavoro, un lutto, un trasferimento lontano da casa, una guerra o una calamità naturale. Anche l’essere cresciuti in una famiglia instabile e poco amorevole, o la frequentazione prolungata di persone inaffidabili, arrabbiate o depresse, può contribuire a un suo progressivo indebolimento.

Come rafforzare il primo chakra?

Certamente si tratta di un processo che va sviluppato con costanza. Non c’è una bacchetta magica in grado di rimettere tutto a posto una volta per tutte. Le circostanze della vita cambiano in continuazione e molto spesso non abbiamo il potere di controllarle. Per questo motivo è inutile cercare di trovare equilibrio e radicamento all’esterno, se prima, proprio come un albero, non abbiamo rafforzato per bene le nostre radici interiori.

Il primo passo è diventare consapevoli di tutto ciò che è in grado di calmarci e renderci più sicuri e cercare quindi di mantenere queste condizioni il più a lungo possibile e nel limite delle nostre possibilità. La coperta di Linus, da portare con sé in ogni occasione, potrebbe essere un esempio calzante. Per alcuni, magari è sufficiente dormire con il peluche della propria infanzia.

Il secondo passo è quello di costruire dei rituali e delle abitudini giornaliere che possano essere seguite e portate avanti ovunque ci troviamo. Per esempio, dormire abbastanza, mangiare a orari prestabiliti, meditare come un monaco e fare esercizio fisico. Cioè tutte quelle cose che di solito non ci piace o non abbiamo mai il tempo di fare.

Il terzo passo è non trascurare il benessere del nostro fisico. Senza un corpo forte e in salute, il primo chakra non potrà che risentirne. A questo proposito è utile svolgere esercizio fisico con regolarità e cambiare un po’ il proprio stile di alimentazione. Mangiare troppo o troppo poco, eccedere nei cibi “spazzatura”, e in generale non dare al proprio organismo i nutrienti di cui ha bisogno, alla lunga ci farà scaricare più velocemente le “batterie” e ci condurrà, in un circolo vizioso, verso altre cattive abitudini. Sarebbe carino anche, se le condizioni lo consentono, trasformare ciascun pasto in un piccolo rituale, dove cucinare il cibo in tutta calma e gustarlo lentamente in compagnia delle persone più care.

Oltre al corpo e alla salute, è altrettanto importante prendersi cura delle proprie mura domestiche. Se la nostra casa sarà pulita, ordinata, solida e in grado di trasmettere un senso di protezione, il Muladhara chakra ne sarà felice. E probabilmente anche noi.

Per quanto riguarda le relazioni sociali, dovremmo fare attenzione a non essere circondati da persone che rischiano, in qualche modo, di drenare le nostre energie e destabilizzare il nostro equilibrio. Per quanto possa essere doloroso, troncare una volta per tutte i rapporti con queste persone “tossiche” potrebbe essere la scelta più saggia, soprattutto se è il Muladhara che ce lo chiede.

Infine, ricordiamoci che siamo noi i primi responsabili della salute e dell’equilibrio del primo chakra. In sostanza, siamo noi a dover riconoscere che cosa è in grado di soddisfare al meglio i nostri bisogni e agire in questa direzione. Inoltre, il Muladhara chakra soffrirà di brutto se attorno a noi c’è troppo disordine, sia esso fisico o mentale. Mantenere un certo ordine nella propria vita, partendo dalla propria “cameretta” fino ad arrivare al lavoro e agli affetti, significa anche eliminare il superfluo e concentrarsi su ciò che ci fa stare bene per davvero.

Insomma, se le sue radici sono forti e vengono ben nutrite, un albero potrà crescere sano e rigoglioso e superare indenne ogni tempesta. E tu, vuoi essere quell’albero?


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By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

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