Guida pratica per la doccia fredda “perfetta”

Se io potessi tornare indietro nel tempo per incominciare una nuova sana abitudine, quale mai potrebbe essere? Ma la doccia fredda mattutina, naturalmente!

Considerata da molti né più né meno che una crudele tortura, o al contrario un rito quasi sacro per la propria scalata verso il successo dai fanatici della produttività e del cosiddetto “self help”, in realtà l’idea di lavarsi con acqua fredda, e in generale di esporsi in modo intelligente al freddo, è già nota da molto tempo e in diverse culture.

Il nostro amico Wim Hof, l’ideatore del metodo che porta il suo nome, ha avuto il merito di far riscoprire alcune tecniche che la comodità della vita moderna aveva gettato un po’ nel dimenticatoio, seppur in modo un po’ estremo. Tra queste, la doccia fredda è senza ombra di dubbio la più pratica e alla portata di tutti, a meno che non si viva in un’abitazione dotata di tubature riscaldate (un vero peccato!).

Ma come si fa, concretamente, una doccia fredda? Quali sono i reali benefici e quali accorgimenti bisogna tenere a mente prima di buttarsi a capofitto sotto un getto di acqua gelida?

Tieniti forte, perché in questa guida ti spiegherò tutto, ma proprio tutto.

Brrrr, non senti già i brividi al solo pensiero? 🥶

 

Quali sono i benefici della doccia fredda

La questione è un po’ lunga, quindi, se sei d’accordo, ti rimanderei all’articolo dedicato al metodo Wim Hof dove troverai maggiori dettagli sull’argomento. Qui ci basta sapere che la doccia fredda al mattino, oltre a rivelarsi un’ottima pratica igienica, è un vero toccasana per la pelle, la circolazione sanguigna, il sistema immunitario, il sistema cardio-circolatorio e, in generale, per il corretto funzionamento dell’organismo.

In altre parole, una bella doccia fredda risveglia la circolazione, mantiene morbida e giovane la pelle, fornisce la giusta energia per affrontare la giornata e, in misura minore, aiuta a prevenire le malattie rafforzando gli anticorpi e togliendo qualche infiammazione qua e là, oltre, naturalmente, a rendere il fisico più forte e resistente alle basse temperature. E tutto questo, lo ribadisco, con una semplice doccia di pochi minuti.

Come si fa a resistere ancora all’idea, mi domando? 😊

 

Da dove iniziare?

Per prima cosa, bisogna assicurarsi di avere una doccia adatta allo scopo. In pratica, bisognerebbe disporre di un doccino estraibile, affinché risulti più agevole il lavaggio di ogni singola parte del corpo. Ebbene sì, un getto “fisso” dall’alto non aiuta di certo a distribuire l’acqua in modo omogeneo e, soprattutto, con la medesima intensità. Se non ce l’abbiamo, questo doccino, pazienza: la doccia fredda non è mica preclusa, però bisogna mettere in conto un’efficacia minore.

Il secondo requisito, e questo è imprescindibile, richiede di avere effettivamente dell’acqua fredda, piuttosto fredda, che esca dalla doccia. Questo non è affatto scontato, soprattutto d’estate e nelle località più calde, oppure se l’abitazione non è dotata di tubature in grado di “preservare” le temperature più fredde (chiedo scusa per le mie scarse conoscenze in fatto di idraulica, ma spero di essermi fatto capire).

Detto questo, possiamo finalmente sciogliere uno dei dubbi che assillano molti principianti: devo fare o non devo fare prima la doccia calda? Più che altro, l’equivoco scaturisce dalle varie amenità che vediamo compiere nelle saune o nei centri termali, dove spesso e volentieri si suda fino all’inverosimile per poi buttarsi a tradimento in una vasca ricolma di ghiaccio.

Bene, dimentichiamoci, per favore, dell’acqua calda. Perché qui non siamo mica in una SPA a rilassarci dondolando una tazza di tisana tra le mani. Se vogliamo fare la doccia fredda, facciamo la doccia fredda e basta, per cortesia.

Lo scopo, infatti, è quello di provocare un bello shock termico all’organismo: perché coccolarsi nel tepore se tanto, prima o poi, deve arrivare il momento fatidico? Inoltre, il caldo ha l’effetto diametralmente opposto a quello che vogliamo ottenere, cioè una vasodilatazione dei vasi sanguigni. Mentre noi andiamo a cercare una vasocostrizione (dove il sangue cioè fugge dalla periferia per andare verso gli organi interni), la quale verrà più che compensata, don’t worry, al termine del supplizio. Quindi, il mio consiglio sincero e spassionato resta quello di non sprecare tempo e acqua e dedicarsi esclusivamente alla parte più divertente, cioè alla doccia nel verso “sbagliato”.

Personalmente, il trucco che mi ha aiutato più di tutti è stato quello di intraprendere le docce fredde d’estate e poi continuare la pratica con regolarità fino a tutto l’inverno. In genere, nei mesi estivi l’acqua non è poi così fredda e giorno dopo giorno abitueremo l’organismo ad accogliere il freddo e il gelo in modo graduale. Se ciò non fosse possibile, è opportuno iniziare sempre con temperature un po’ più alte fino ad arrivare poco per volta alle temperature più basse possibili (non preoccuparti, al di sotto del grado zero non si può andare 😉).

 

La doccia fredda, come si mette in pratica

Inutile nascondercelo. Per tutti, le prime volte, è davvero difficile resistere a lungo sotto l’acqua fredda. Il corpo non è per nulla abituato e lo stress provocato dallo shock termico può letteralmente strozzare il respiro. Ma il segreto, invece, sta proprio qui: respirare. L’organismo, per riscaldarsi e proteggere gli organi interni, avrà bisogno di una quantità maggiore di ossigeno. Per questo, è di fondamentale importanza assecondare il respiro, il quale, per forza di cose, diventerà più agitato e vigoroso, perlomeno all’inizio. I muscoli tenderanno a contrarsi, ma anche qui dovremmo intervenire per rilassarli intenzionalmente (sì, è possibile farlo, credimi).

Anche la postura che teniamo sotto la doccia è importante. Inutile, anzi controproducente, chiudere le spalle e portare le braccia al petto come se volessimo proteggerci dal freddo: il torace deve essere aperto ed espanso, e il corpo, per quanto possibile, rilassato.

Se non si impara a respirare bene e rilassare la muscolatura, e qui lo yoga può aiutare molto, stare al freddo potrebbe presto diventare un calvario (più di quanto lo sia già, voglio dire). Il respiro, in questo caso, diventerà davvero il nostro migliore alleato: lasciamolo libero di respirare come desidera, anche se potremmo sembrare un po’ goffi. Gradualmente, l’organismo si adatterà alla nuova situazione e anche la respirazione, poco alla volta, si calmerà.

Per quanto riguarda l’”assetto” da mantenere, si può rimanere in piedi oppure, se la doccia lo prevede, in posizione seduta o, meglio ancora, in Vajrasana, cioè stando seduti con le ginocchia poggiate a terra (sempre che ci sia un doccino a portata di mano e la posizione non sia troppo scomoda).

Una volta scelta la posizione, ecco che la parte peggiore può incominciare. Come detto, il doccino permette di concentrarsi di volta in volta su una specifica parte del corpo e, nelle pratiche di igiene yogica, si consiglia di mantenere questo ordine: prima i genitali (ops, non te lo aspettavi, vero?) e l’interno delle cosce, poi l’addome e la bassa schiena, quindi il petto e quello che rimane della schiena (parte alta). A seguire, collo, viso, spalle, braccia e, per concludere, gambe, piedi e glutei, facendo attenzione che tutte le parti del corpo abbiano ricevuto in modo uniforme la loro “quota” di acqua gelida. Se te la senti, puoi riprendere il giro anche una seconda o terza volta, ma senza esagerare. Per quanto riguarda i capelli, meglio lasciarli stare, perché meriterebbero un trattamento specifico.

Poi, per quanto tempo si dovrebbe rimanere sotto l’acqua? Questo aspetto è molto soggettivo e dipende dal grado di tolleranza di ognuno e dall’effettiva temperatura dell’acqua (più è fredda, meno può durare la doccia, e viceversa). Col tempo e con un po’ di esperienza, riusciremo senz’altro a regolarci per ottenere l’effetto migliore, ma, in ogni caso, parliamo sempre di pochi minuti sotto la doccia.

Mica bisogna fare gli eroi, eh?

E ora veniamo all’aspetto forse più importante, e cioè a come gestire il dopo. Uno degli errori più comuni, infatti, e ci sono cascato anche io, è quello di avere fretta e andare subito a coprirsi con un accappatoio o un asciugamano, una volta terminata la doccia. In questo modo, l’organismo si sentirà improvvisamente protetto e “al sicuro” (non sia mai, eh?), interrompendo i processi di adattamento in corso. Risultato? Nel corso della giornata, è probabile che ci sentiremo stranamente infreddoliti e sensibili alle basse temperature, come se non avessimo mai fatto un bel niente.

Il trucco, invece, sta nel resistere alla tentazione di riabbracciare il tanto desiderato tepore degli indumenti e praticare un po’ di attività fisica, il minimo sindacale affinché il corpo si riscaldi “da dentro”. Ogni tecnica adatta allo scopo andrà bene: squat, saltelli sul posto, burpees, push up, jumping jacks, mosse di Capoeira, saluti al sole, tutto quello che ti viene in mente, purché ci si muova con un minimo di accortezza, dal momento che i muscoli non sono ancora abbastanza caldi per sostenere intensità troppo elevate.

In alternativa, se vogliamo emulare le gesta di Wim Hof, nulla di vieta di muoverci come trogloditi ruotando il busto a destra e a sinistra nella posizione usata speso nelle arti marziali, la cosiddetta “horse stance” (è divertente, per un po’, perlomeno finché non senti cedere le gambe). Gli esercizi dovrebbero continuare finché non sentiremo il calore risvegliarsi a partire dall’addome che, lo ricordiamo, è la sede di Manipura Chakra, cioè il chakra che governa l’elemento fuoco.

Se ci sentiamo abbastanza caldi, ed eventuali brividi sono spariti (poco importa se mani e piedi sono rimasti ancora un po’ freddi, l’importante, come si dice, è fare il “grosso”), solo allora potremmo dirci soddisfatti e concludere la pratica rivestendoci. Il tutto, in genere, non dovrebbe durare più di una decina di minuti, un tempo direi molto ragionevole se si considerano gli enormi benefici, senza contare che il freddo, abbinato ai movimenti di riscaldamento, saranno in grado di portare molta energia all’organismo e spazzare via gli ultimi residui di sonno rimasti dalla nottata. Proprio come se prendessimo un caffè, se non addirittura meglio.

 

In conclusione

La doccia fredda, non mi stancherò di ripeterlo, è una delle migliori abitudini che puoi introdurre nelle tue giornate, e prima lo farai, meglio sarà per te. Riconosco che non è facile e, soprattutto, la mente farà di tutto per resistere all’idea e scacciarla via come fosse un orribile insetto. Ma, a meno che non vi siano seri motivi a impedirlo, ti posso assicurare che la doccia fredda è davvero alla tua portata, anche se ti ritieni un tipo freddoloso.

Anche io, come tutti, pensavo che fosse impossibile, che mai e poi mai l’avrei fatto, e che, anzi, fosse un’idea completamente assurda. Però mi sbagliavo. Bastava solo compiere il primo passo, imparare due o tre accorgimenti, come ti ho spiegato in questa guida, e resistere all’inevitabile disagio che si sarebbe naturalmente presentato le prime volte.

Sì, ci vuole disciplina. Sì, ci vuole costanza. E sì, che lo si voglia o no, bisogna compiere un piccolissimo sforzo ogni mattina.

Ma ne vale la pena. Provare per credere.

Perciò, cosa aspetti? Fai del freddo il tuo migliore amico.


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By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

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